Fra le barche tradizionali italiane il gozzo è la sola che ha mantenuto intatta la sua diffusione e la sua popolarità, pur avendo subito qualche contaminazione che ne ha in parte (o talvolta totalmente) intaccato i caratteri originari. I gozzi che presentiamo nel nostro catalogo nascono dall’esigenza di offrire all’autocostruttore la possibilità di costruire con sistemi moderni relativamente semplici delle barche tipicamente tradizionali e ancora perfettamente attuali per praticità d’uso e qualità marine. Non si pongono quindi uno scopo di tipo filologico o culturale: ove così fosse avremmo proposto sistemi di costruzione tradizionali, che peraltro non sono assolutamente alla portata di costruttori dilettanti. Per quanto riguarda le forme invece i nostri gozzi (in particolare quello da 5.20 m) ricalcano piuttosto fedelmente (salvo qualche variazione minore dovuta al peso più contenuto) quelle tipiche del gozzo ligure e ci siamo basati su disegni di gozzi esistenti, generalmente rilevati dal vero, scegliendo, fra le molte varianti esistenti, quelle che ci sembravano più indicate per il nostro programma di navigazione. Abbiamo previsto per il gozzo 520 un uso turistico prevalentemente a remi o a motore, con la possibilità di avere prestazioni discrete anche a vela in condizioni favorevoli. Proponiamo due versioni del gozzo 520, una con motore entrobordo e la seconda con motore fuoribordo, che differiscono fra di loro esclusivamente per i rinforzi interni. Chi pensa di usare frequentemente la barca anche a vela preferirà la seconda versione. Non forniamo tutti i dettagli dell’installazione del motore in quanto non indichiamo un motore specifico, limitandoci a consigliare i più piccoli diesel in commercio. Il costruttore dovrà seguire per l'installazione i consigli del fabbricante. Il piano velico è molto tradizionale con la tipica vela latina. Si tratta di un’attrezzatura che non brilla né per efficienza né per praticità, tuttavia qualunque altra attrezzatura stonerebbe su un gozzo, da cui in ogni caso non si possono pretendere prestazioni eccezionali, soprattutto di bolina. Per migliorare il piano di deriva abbiamo previsto due longheroni esterni laterali che hanno anche lo scopo di facilitare l’alaggio della barca sulla spiaggia. La costruzione in strip planking non è facilissima per costruttori alle prime armi ma con un po’ di applicazione e di pazienza può essere affrontata da dilettanti che abbiano una discreta manualità. Per facilitare la costruzione abbiamo ridotto al minimo le strutture di rinforzo interne, dal momento che nella costruzione moderna (contrariamente a quanto accade in quella classica) il fasciame dà un notevole contributo alla rigidità e alla solidità dell’insieme. Abbiamo comunque preferito, dato il carattere della barca, ridurre l’impiego di vetroresina limitandolo all’esterno dello scafo e alle parti interne che non rimangono a vista (interno dei gavoni di prua e di poppa). L’interno può essere lasciato a legno trattandolo con vernici trasparenti, mentre si consiglia di usare vernici colorate all’esterno, sia perché questo è più in linea con la tradizione sia perché semplifica il lavoro consentendo l’uso di stucchi per lisciare la superficie.
