Le barche veneziane e della laguna veneta sembrano tanto intimamente legate al loro magico scenario da essere difficilmente esportabili. Come la straordinaria città di cui sono espressione esse dall'altera e sontuosa gondola fino al più umile dei sandoli) hanno un carattere unico ed inimitabile e tanto appare naturale il loro incedere fra canali in cui si specchiano splendidi palazzi e melanconiche isole altrettanto possono sembrare goffe e ridicole navigando in altri ambienti. Può allora sembrare strana la nostra proposta di una versione riveduta e corretta della Sanpierota; i potenziali acquirenti di Venezia quasi certamente le preferiranno la sanpierota autentica, quanto agli altri possono rimanere sconcertati da soluzioni tecniche che è difficile trovare in barche di altre aree geografiche. Il motivo che ci ha spinto a questo tentativo è che queste soluzioni tecniche, per quanto anticonvenzionali, ci sembrano possedere una loro validità che travalica gli scopi particolari da cui esse sono state determinate. Una qualunque barca stretta, a fondo piatto, con un grande timone che funge anche da deriva, con un piano velico sviluppato in lunghezza e non in altezza presenterà alcuni vantaggi, oltre naturalmente a qualche svantaggio. Fra i vantaggi c’è indiscutibilmente la grande rapidità di costruzione, facilitata dal fondo piatto e dalla mancanza di una cassa di deriva, la scarsa resistenza dello scafo stretto e filante, il cui spigolo, non appena la barca sbanda, contribuisce a ridurre lo scarroccio, il basso pescaggio, la semplicità della manovra, l'ampio spazio tutto libero a prua dell'albero, la concentrazione degli sforzi strutturali nella parte poppiera. Lo svantaggio principale è quello proprio di tutti gli scafi stretti a fondo piatto: poco spazio se si pretende di farne dei veri cabinati. Nella nostra sanpierota abbiamo rinunciato a questa pretesa, e ci limitiamo a fornire una zona di riposo al coperto per due persone, con la possibilità di montare una tenda nell'amplissimo pozzetto per pernottare a bordo ancorati o, all'occorrenza, anche con la barca tirata in secco su una spiaggia. Può sembrar poco per una barca di 7 m ma si deve tener conto che in termini di costo e lavoro una sanpierota è più equiparabile a una barca di 5 m che ad una di 7 m. Le prestazioni a vela non saranno esaltanti di bolina, ma anche in questo caso se il confronto è con barche di costo equivalente il paragone non sarà totalmente sfavorevole alla sanpierota. Ci sembra quindi ci siano validi motivi per proporre la barca anche a chi non la tiene a Venezia o dintorni. Naturalmente è su una laguna, nel delta di un fiume, in zone a bassi fondali che la barca dà il meglio di sé stessa. La costruzione, in linea con i principi che abbiamo esposto è semplicissima e rapida.